Settant’anni dell’Accademia Italiana della Cucina: una celebrazione tra storia e sapore

Sotto le stelle di San Gemini, un viaggio culinario che omaggia sette decenni di passione, tradizione e innovazione

L’interessante tematica legata alla Conviviale Ecumenica – dedicata al riso, al mais e agli altri cerealia – brillantemente presentata dal Delegato Luca Cipiccia in concomitanza con i festeggiamenti per il 70^ anniversario della fondazione dell’Accademia Italiana della Cucina, ha acceso un faro di curiosità ed entusiasmo. L’importanza di tale celebrazione, unita alla presenza di Accademici venuti in numero considerevole, ha dato vita a un evento di risonanza memorabile presso il ristorante del Grand Hotel San Gemini.

In questo contesto di celebrazione e riscoperta delle radici gastronomiche, la scelta del ristorante Origine gestito da Amedeo Serva – con lo chef napoletano Luigi Ficca a guidare la brigata di cucina – si è rivelata azzeccatissima. Luigi si è formato alla scuola dei celebri chef stellati Sandro e Maurizio Serva, padre di Amedeo, del ristorante “La Trota” di Rivodutri. La sua capacità di farsi portavoce di un patrimonio culinario tanto vasto e variegato ha fatto sì che ogni piatto servito fosse un omaggio ai sapori autentici dell’Italia, arricchito da quel tocco di originalità e maestria che solo un vero artista in cucina sa offrire.

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Il primo assaggio, i crostini di polenta con baccalà mantecato, era un’ode alla semplicità e all’eleganza. L’incontro tra la polenta, simbolo della cucina del nord Italia, e il baccalà, ingrediente amato in tutta la penisola, ha rappresentato una fusione perfetta tra tradizione e raffinatezza. Proseguendo nel percorso, le pappardelle al ragù di coniglio e peperoni caramellati hanno rivelato la capacità dello chef di giocare con contrasti e armonie. L’omaggio a Milano, luogo di nascita dell’Accademia, è arrivato sotto forma di un risotto alla Milanese. Non una semplice preparazione, ma un piatto che evoca storia, tradizione e passione. La coscia di faraona – abbinata all’aroma delicato delle mele e all’intensità dello zafferano – ha offerto un piatto che ha saputo sorprendere e deliziare.

Concludendo il viaggio gastronomico, il dessert ha unito tradizione e creatività: un crumble con salsa di cachi, che con la sua texture croccante e il sapore dolce e fruttato, si è fuso armoniosamente con il gelato alla pastiera napoletana, evocando la pasqua partenopea e le sue tradizioni.

E mentre ogni piatto narrava la sua storia, il vino si è fatto compagno di questo viaggio attraverso i sapori d’Italia. La scelta dei vini, curata dal sommelier Giuseppe Malvetani, ha mostrato una conoscenza approfondita non solo del vino stesso, ma anche della sua capacità di completare e arricchire ogni pietanza: dal riesling della Mosella al Nebbiolo delle Langhe per concludere con il muffato della Palazzola.

Ottima celebrazione che si è conclusa con il bellissimo omaggio del francobollo emesso per l’Accademia nell’occasione.

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