Il Grechetto di Todi fatto con il cuore

La Cantina Villa Sobrano oggi produce vini espressivi e personali, coccolati in una cantina dal fascino unico e particolare nel territorio tuderte

La campagna umbra suscita emozioni indimenticabili: ad ogni curva si aprono incantevoli paesaggi tra borghi medievali, uliveti e vigneti.

Da sempre vocata alla viticoltura l’Umbria è nota soprattutto per un grande vino rosso, il Sagrantino di Montefalco, in realtà ha anche una grande tradizione di vino bianco: il Grechetto di Todi, antico vitigno autoctono del territorio, già menzionato da Plinio il Vecchio nelle pagine della Historia Naturalis, come “Peculiaris est tudernis” ovvero tipico di Todi.

Il Grechetto di Todi soltanto dal 2010 è rientrato nella denominazione Todi DOC mentre in precedenza era legato alla sottozona dei Colli Martani DOC. Il territorio previsto dal disciplinare comprende, oltre a Todi, anche i comuni di Collazone, Massa Martana e Monte Castello Di Vibio.

Quello del vino è un viaggio affascinante attraverso corsi d’acqua, filari, cantine,
bottiglie e persone: perché seguendo il sentiero del vino spesso si possono incontrare realtà dove in un sorso di vino il tempo, la memoria e la passione sono indispensabili per lasciare un segno, una emozione.

Come i vini prodotti dalla cantina Villa Sobrano che raccontano di un territorio e della lunga tradizione vitivinicola. L’azienda si trova nello splendido Castello di Sobrano, risalente al XIII secolo, appartenente alla famiglia Palmucci.

Sobrano si trova lungo la strada detta “delle Sette Valli”, una via di comunicazione importante che, da Todi, conduceva a Sangemini dove si ricongiungeva alla strada consolare Flaminia, testimonianze di epoca romana sono infatti presenti nel luogo che era già presidiato, probabilmente data l’importanza della sua posizione. Dapprima di proprietà della nobile famiglia dei Valenti, venne fortificato nel 1509 da Mariotto Valenti per poi passare dal XVII secolo alla famiglia dei Fredi. Nel 1832 il castello fu acquistato dal notaio Domenico Pellegrini e dal nobile Antonio Sensini Orfini che divenne poi unico proprietario dal quale, tra la fine del 1800 e gli inizi del ‘900, il nobile Vincenzo Palmucci acquistò l’intera tenuta di cui è ora erede Giovanni. Proprio il trisnonno Vincenzo avviò l’azienda che ha spinto il trisnipote Giovanni a dedicarsi con forza proprio al vitigno principe, il grechetto. I vigneti si estendono per circa 13 ettari, di cui un terzo a Grechetto di Todi a grappolo piccolo, un terzo a Merlot ed il rimanente terzo suddiviso tra Sangiovese, Chardonnay, Pinot Bianco e Cabernet Sauvignon.

Da queste varietà la Cantina Villa Sobrano oggi produce vini espressivi e personali, coccolati in una cantina dal fascino unico e particolare: i soffitti a volta di mattoni, i muri spessi oltre un metro e l’isolamento termico naturale fanno si che le condizioni di temperatura e di umidità rimangano costanti durante l’anno, a tutto beneficio dei vini che si affinano nelle vecchie barrique custodite in una lunga galleria di 50 metri.

Come dice il suo proprietario Giovanni è un vino con il cuore, non soltanto per lo stemma della sua antica famiglia ma perché racconta l’amore per la terra e il rispetto per l’uomo e il cielo.

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