A spasso nella maremma laziale tra Tuscania e Tarquinia

Tra borghi scolpiti nel tufo, vestigia di popoli misteriosi, mostri di pietra e labirinti sotterranei, meraviglia e mistero vanno a braccetto

Percorrendo la via Aurelia, da Roma verso Grosseto, costeggiando il Mar Tirreno, si arriva in un territorio ricco di boschi, laghi vulcanici, necropoli, antichi borghi scolpiti nel tufo, la Tuscia viterbese, un lembo di terra compreso dove dominarono gli etruschi, un popolo ancora oggi misterioso, ma che influenzarono la nostra cultura e la nostra storia, ma anche la nostra tavola. Grazie alle numerose raffigurazioni e alle testimonianze dei poeti dell’antichità è rinomato lo stretto rapporto che gli etruschi avevano con il cibo. Diodoro Siculo descrive piuttosto dettagliatamente il banchetto etrusco: “preparano due volte al giorno tavole sontuose e tutte le altre cose appropriate a un lusso eccessivo, allestendo banchetti con biancheria e ricami colorati, coppe d’argento di vario tipo, ed hanno pronto e a disposizione un numero non piccolo di domestici per servirli, alcuni di questi ultimi di straordinaria avvenenza, mentre altri sono adorni di vesti più sontuose di quanto spetterebbe alla loro condizione di servi“. Dai disegni sulle tombe disseminate sul territorio è evidente il loro consumo di prosciutto, conoscevano le verdure, le erbe aromatiche ed anche l’aglio. Amavano il miele e l’uva passa. Cacciavano cinghiali, volpi e allevavano le oche da loro considerate animali sacri e galli e galline le cui uova venivano cotte sotto la cenere. Si procuravano il pesce con lenze e reti ed erano produttori di eccellenti formaggi. Erano grandi produttori di olio usato per unguenti odorosi e di vino di cui furono proprio loro a iniziare la coltivazione delle viti e a capire che i rami o tralci avevano bisogno di sostegni nella crescita.

Roma ebbe stretto legame con questo popolo poiché, tutta una dinastia di Imperatori fu di origine etrusca, i Tarquini, che regnarono a Roma tra il VII e il VI secolo A.C.

Le mete di questo nostro itinerario sono Viterbo, Vitorchiano, Tarquinia e Tuscania.

Racchiusa da possenti mura medievali, Viterbo è città ricca di monumenti e palazzi che raccontano del suo importante passato: perdendosi tra i suoi vicoli è facile tornare lontano nel tempo. Famosa come la “Città dei Papi”: infatti, fu sede pontificia per circa 24 anni dal 1257, e qui si si svolse anche il primo Conclave della storia, all’interno dello splendido Palazzo dei Papi che oggi è possibile ammirare in Piazza San Lorenzo, dove spicca anche il Duomo.

Vitorchiano, situato ai piedi dei Monti Cimini possiede un bellissimo centro storico, caratterizzato dal color grigio del peperino e da vicoli, archetti, profferli e piazzette molto suggestive. Nei dintorni si trova il meraviglioso Parco dei Mostri di Bomarzo o Sacro Bosco, un giardino rinascimentale fatto costruire nel pieno Cinquecento da Vicino Orsini sfruttando le rocce vulcaniche che affiorano dal terreno scosceso. Situato sul pendio di una suggestiva valle, il giardino è popolato da sculture enigmatiche di animali fantastici e reali, di personaggi mitologici, costruzioni inclinate e statue gigantesche e facce grottesche come quella che invita ad entrare nella sua bocca spalancata intorno alla quale vi è una iscrizione dantesca.

La nostra gita prosegue verso Tarquinia, affacciata sul Mar Tirreno e grazie al suo litorale sabbioso è luogo amato dagli appassionati di kitesurf. Passeggiare nel suo centro storico è fare un tuffo nel Medioevo: palazzi gotici, chiese e torri romaniche fanno da cornice al torrione cilindrico detto “di Matilde di Canossa“. il Palazzo Vitelleschi, capolavoro architettonico gotico – rinascimentale ospita il Museo Nazionale Etrusco, uno dei più importanti e più ricchi musei di arte etrusca del mondo. Sviluppatasi nei secoli da agglomerato di capanne a cittadina dell’Etruria meridionale, il suo splendore economico e politico viene testimoniato oggi dalle oltre 200 tombe della Necropoli dei Monterozzi, dove sono raffigurate scene di vita quotidiana, divinità infernali, animali di ogni genere e scene altamente erotiche. Il monumento è stato insignito del riconoscimento UNESCO nel 2004. A Tarquinia non potevamo non sederci a tavola con Ambrogio all’Ambaradam: a rifocillarci un bel piatto di spaghetti con le telline accompagnate da un discreto grechetto locale.

Il nostro itinerario si conclude a Tuscania, uno dei borghi più belli della Tuscia con i tipici colori della pietra di tufo che illuminano il suo centro storico. Ancora oggi si possono ammirare le mura che la circondano e le antiche torri di guardia. Da Porta San Marco si accede al borgo e si giunge alla chiesa di “Santa Maria della Rosa”, dall’antico impianto tipicamente romanico, che fu anche l’antica cattedrale della città. Fra gli edifici civili maggiormente rappresentativi da visitare si segnalano il Palazzo Comunale, il Palazzo Baronale, la Fontana delle Sette Cannelle, la più antica sorgente di Tuscania, la Torre di Lavello il moderno Teatro Comunale, la cui piazza era il centro della vita medievale con la Torre del Bargello e il Palazzo del Podestà. Poco fuori dal centro abitato sorgono, su due colline, le bellissime chiese di San Pietro e Santa Maria Maggiore.

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